Entrando nel mondo dell’allenamento sulle due ruote uno dei dilemmi che si deve affrontare è la scelta del mezzo migliore per allenarsi, da questo punto di vista possono essere prese in considerazione due opzioni: Power meter o cardiofrequenzimetro.
Ma un mezzo esclude l’altro? Scopriamolo insieme.
Power Meter o Cardiofrequenzimetro: cosa misurano?
Per prima cosa va chiarito cosa si misura con questi due strumenti: il cardiofrequenzimetro misura il battito cardiaco quindi la risposta del corpo a uno stimolo, mentre il Power Meter registra la potenza espressa quindi l’effettivo output meccanico.
Frequenza cardiaca (FC) e Potenza (P) sono entrambe raggruppate in zone simboliche di intensità a ognuna della quali viene associato un ipotetico ambito di allenamento:
<55% FTP | Recupero |
56/75% FTP | Aerobico |
76/90% FTP | Ritmo |
91/105% FTP | Soglia anaerobica |
106/120% FTP | VO2MAX |
121/150% FTP | Capacità anaerobica |
> 150% FTP | Potenza Neuromuscolare |
65-80% LTHR | Recupero |
81-88% LTHR | Aerobico |
89-93% LTHR | Ritmo |
94-100% LTHR | Sotto – soglia |
101 – 103% LTHR | Sopra – soglia |
104-106% LTHR | Potenza aerobica |
> 106% LTHR | Capacità anaerobica |
Per analizzare con criterio le tabelle vanno introdotti due concetti fondamentali:
- LTHR – lactate threshold heart rate: rappresenta il teorico punto di accumulo del lattato e quindi l’intensità limite per non “imballare le gambe”.
- FTP – functional threshold power: rappresenta la potenza massima producibile in 60 minuti all out.
Questi due concetti sono spesso intesi erroneamente come la stessa cosa, considerazione non sempre vera e che dipende da svariati fattori.
Osservando le tabelle sopra, si nota come alcune fasce di lavoro relative all’uso del cardiofrequenzimetro siano teoricamente molto piccole in confronto a quelle relative al lavoro con power meter, questo rappresenta un problema: se il ciclista può scegliere di rallentare di poco (e quindi di ridurre la propria potenza espressa) non può invece decidere di abbassare di 3-5 battiti il proprio cuore, in quanto la risposta cardiaca è autonoma e può produrre spostamenti, talvolta senza ferreo controllo, tra le zone di lavoro.
Power meter o cardiofrequenzimetro, esempio:
Marco si sta allenando con il cardiofrequenzimetro e il misuratore di potenza su ripetute al 105% della sua soglia anaerobica per migliorare la propria potenza aerobica, Marco è in forma e lavora per tutto il numero di ripetute alla stessa frequenza cardiaca e alla stessa potenza prodotta, completa l’allenamento perfettamente.
La settimana seguente Marco ripropone lo stesso allenamento ma a differenza dello scorso sforzo ha una condizione fisica minore, durante le ripetute la potenza resta costante ma la frequenza cardiaca aumenta sempre di più (deriva cardiaca) stando sempre nettamente sopra il 106% della soglia.
Se Marco non osservasse a posteriori i dati del power meter ma solo quelli del cardiofrequenzimetro, considererebbe il suo allenamento come completamente di capacità anaerobica, quindi fuori target.
Marco guardando live il cardiofrequenzimetro avrebbe potuto però rallentare e far stare il suo cuore nella zona preventivata diminuendo di contro l’output di potenza.
Se Marco guardasse a posteriori solo il power meter senza osservare i dati del cardiofrequenzimetro, considererebbe il suo allenamento come sforzo completamente in soglia e non un allenamento sulla potenza aerobica.
Pro e Contro: Power meter o cardiofrequenzimetro?
Osserviamo ora analiticamente pro e contro del Power Meter e del Cardiofrequenzimetro!
Cardiofrequenzimetro:
PRO:
- Accessibile a chiunque con costi limitati (40-100 euro);
- Semplice da capire e da utilizzare.
CONTRO:
- Rileva solamente la risposta dell’organismo allo stimolo e questa può essere molto differente sulla base delle condizioni climatiche, della stanchezza o dell’umore (durante una gara i battiti sono nettamente più alti, ad esempio);
- La frequenza cardiaca non risponde rapidamente e quindi non è un indicatore utile per i lavori di bassa durata (Intermittenti, partenze da fermo, sprint…).
Power Meter
PRO:
- Fornisce un’indicazione effettiva dello sforzo prodotto dall’atleta con conseguente possibilità di interpretare i dati e capirne l’impatto sull’organismo;
- Misura nel dettaglio, talvolta con incertezze minori all’1%, lo sforzo anche di durate brevissime;
- Possibilità di confrontare i dati anche in situazioni diverse di meteo, allenamento e di umore.
CONTRO:
- Costo elevato (dai più economici attorno ai 450 euro ai più costosi ben oltre ai 1000 euro);
- Per un’analisi approfondita dei dati necessita di software appropriati o di un preparatore atletico professionista.
Quindi cos’è meglio? Probabilmente entrambi!
Ma se si dovesse scegliere uno dei due è sicuramente più attendibile la qualità dei dati fornita dal Power Meter per un semplice motivo: una FC maggiore non significa sempre un rendimento migliore, più watt erogati invece si!